4 maggio 2013

Sogni nel cassetto

Nel cassetto c'è un foglio A4 con un disegno a pennarello.
Al centro un sole gigante che ride, in alto a sinistra un razzo che caccia le fiamme dal motore.
In mezzo tra i due un omino, due stecchette per braccia, due stecchette per gambe, faccia tonda, occhi e sorriso e intorno alla testa un altro cerchio, magari un casco.
"Io da grande" sta scritto a matita sopra l'omino.

Nel cassetto c'è pure la pagina dei centrocampisti ed attaccanti della Sampdoria strappata dall'album Panini 90-91.
In mezzo tra Vialli e Mancini c'è spillata una mia fototessera - avevo nove anni.
La faccia slava di Boskov sorride e benedice.

Una lettera mai spedita a Sara, una ragazzina biondissima di un liceo di Bolzano con cui facemmo gemellaggio al secondo anno delle superiori, nella quale mi sforzavo di spiegarle che non mi pareva così strano stare insieme a mille chilometri di distanza, senza concrete possibilità di rivederci.

Una foto con Grazia a un concerto di Lorenzo mentre cantiamo a squarciagola 'A te'.

Il libretto universitario.

Una matita rubata al primo colloquio di lavoro, in Fiat.

La fede - l'incisione 'Grazia' ancora perfettamente leggibile.

La raccomandata di ammissione tra i creditori all'istanza di fallimento dell' azienda in cui lavoravo.

Un ritaglio di giornale con me disteso sui sampietrini di Montecitorio, una pistola poco distante, lo scarpone di un carabiniere che mi schiaccia la faccia.

A Giò,
che non ha voluto rinunciare a sogni fuori scala
in questo tempo piccolo