11 settembre 2011

Circumvesuviando

Con tutta la manina stretta intorno all'indice del papà, Niccolò passa il viaggio misurando la sua altezza contro i pantaloni dei passeggeri in piedi nel corridoio del treno.
C'ha messo poco a imparare quel ritmo fatto di frenate e partenze, soste ed accellerazioni, luci e bui; ha perfino scoperto che, guardando come si muove la carrozza davanti, può anticipare i sussulti dovuti al passaggio sugli scambi.

"Ti stai annoiando? Siamo quasi arrivati." gli arriva dalla voce del padre.
Senza alzare la testa, fa di "no" con la visiera del cappellino.

Sta cercando di guardare fuori dal finestrino, perchè qualcosa di questa sosta non gli torna.
Il treno è fermo da qualche minuto senza però essere in stazione.
L'ultimo annuncio diceva "Gianturco", poi delle parole che non aveva capito, poi "Piazza Garibaldi".

Intorno a lui c'è gran fermento: gli operai richiudono le carte da gioco nell'astuccio, gli studenti infilano i libri alla rinfusa nello zaino, gli avvocati recuperano le valigette dai portapacchi e le signore mettono il cappotto.
Niccolò osserva estasiato questo caos ordinato, scatenatosi senza preavviso ma all'unisono, sospettando che qualcuno abbia dato un segnale segreto che lui non conosce.

Il treno riparte, percorre pochi metri, viene ingoiato di nuovo dal buio, poi subito il bagliore delle luci artificiali.

Niccolò sente il rumore delle porte che si aprono e la mano del padre che stringe la sua.
Dopo succede che viene trascinato per un po' dalla folla che si muove: si accorge di uscire fuori dal treno e poi di essere su di un gradino che sale da solo.

Quando la nuvola di persone intorno a lui si dirada, il papà allenta la presa con la mano.
Allora la Città gli arriva addosso tutta insieme, permeando ogni poro: la luce naturale, il cielo turchese, il traffico, i semafori, le insegne pubblicitarie, gli impiegati a passo svelto, la borse per terra sui marciapiedi, le urla degli ambulanti, il cigolio dei tram, l'odore di salsedine e di sfogliatelle calde.

Un po' stordito e un po' disorientato, sorride pensando che è un posto più bello del parco giochi.
Benvenuto a Napoli, Niccolò.


Di solito un periodo di isolamento è conseguenza di catastrofi naturali.
Tagliata la Vesuviana,
con le FS del tutto disinteressate al trasporto regionale
e un'autostrada perennemente in corso d'opera,
non resta neanche uno straccio di terremoto o di inondazione con cui prendersela...

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